Cara Asya del futuro, come stai?
Ora a distanza di mesi ti ritrovi ancora qui, seduta nella tua prima macchinetta grigia al Tahiti, con i tuoi drum e il solito malumore. Allora? Che mi racconti? Sei riuscita ad andare via di casa come tanto volevi? Hai trovato un lavoro che ti soddisfa e gratifica? Hai preso casa da sola o sei con Gennaro? Avete portato a termine i vostri primi progetti insieme? Spero di su piccola, te lo meriti così tanto. Però dimmi, se così fosse, torni mai qui? Li guardi ancora questi tramonti che ti hanno vista crescere? Vieni sola? O con Gennaro? Bevete ancora quelle castello che ormai sono acqua fresca per entrambi? Spero però tu abbia diminuito con le sigarette, lo sai che stai esagerando ultimamente. E la cura? La famosa per gli ormoni? L’hai iniziata? Saresti dovuta tornare a visita a settembre, sei andata? L’acne, quella che ti sta facendo soffrire come un cane va meglio? Per favore, prenditi cura di te mia Asya. E con il cibo invece? Spero che nella tua nuova casetta con Gennaro, tu stia imparando ad apprezzarlo, magari con qualche piatto che ti esce perfettamente. Vomiti ancora? Digiuni? O finalmente ti sei resa conto che ciò ti fa solo male e sei bellissima così come sei?
Le pellicine continui a mangiarle fino a farti sanguinare le mani? O magari per qualche strano motivo hai smesso anche di fare questo? Rimarrei stupita se così fosse.
E al lido? Come stanno tutti? Li senti come una volta?
Ti prego, dimmi che hai altri tatuaggi. Attualmente vorresti tatuarti gli occhi di Gennaro, l’hai più fatto?
Sei rimasta in buoni rapporti con la tua famiglia? O si è sgretolato tutto definitivamente?
So che ti fa soffrire trattare i tuoi nonni così, però so che allo stesso tempo hai così tanta rabbia dentro che è tutto incontrollabile.
Courmayer? Sei impazzita in quei giorni vero? Hai visto che scappare non serve? O almeno, non scappare più da chi ami, sei stata solo male con Gennaro.
Per questo prima ti ho chiesto, ti auguro davvero di stare con lui adesso, magari leggendo questo insieme, ridendoci su e abbracciandovi forte forte. Hai visto? I litigi sono serviti, tutti gli ostacoli, vi amate e si vede. So quanto sia brutto aspettare giorni prima di potervi sfiorare e fare nasino e nasino, ma allo stesso tempo, guarda a cosa siete arrivati.
Si fa ancora paranoie? Pensa ancora tu possa tradirlo? Secondo te davvero non si rende conto di quanto lo ami?
E la macchina? Ne hai una nuova?
Emilio, parlami di lui, come sta? È cambiato tanto in un anno? So che è un tasto dolente, vi sentite tutti i giorni? Sappiamo che è tanto fragile, mica si fa mettere i piedi in testa? È innamorato? Vuole ancora fare il professionale? Il patentino è vicino, mica fuma? Non ti sarai mica dimenticata che devi regalargli tu il suo primo motorino.
Angelo? Vive ancora dove sei cresciuta (si lo so non ti piace definirla casa, scusami se prima l’ho fatto).
I gemelli?
Tua madre? Ha continuato il percorso psicologico? Si è davvero pentita? Ha fatto qualcosa per riprenderti o non è cambiato niente?
E tu? Hai iniziato un percorso psicologico?
Fare la lavatrice ti sembra ancora cosi difficile o è una passeggiata ora?
E dimmi, Zoe? Alla fine vive dentro con voi o fuori al giardino?
È felice? Ora la coccoli di più?
Dimmi solo che non hai più pensieri autodistruttivi e che ridi di gusto ogni giorno ora.
Scrivi? Il romanzo che avevi iniziato? A che punto è? Dimmi e promettiti che pubblicherai un altro libro.
Hai viaggiato un po’? Sei in pace con te stessa ora? Fa meno male tutto?
Continui a costudire la tua fragilità? O ti da rabbia ancora tutta questa sensibilità?
Canti come hai sempre fatto? Anche quando è meno opportuno intendo. Le metti le cuffie e gridi a squarciagola?
Ora ti lascio, ci risentiremo però.
Ciao piccola Asya, prenditi cura di te ancora e ancora e di a Gennaro di non lasciarti mai sola.
E mi raccomando, non farlo neanche tu, lo sai che è un’anima infinitamente buona e ha bisogno di te allo stesso modo.